Sono passate più di 48 ore da quando ho lasciato la mia casa a Roma per arrivare al porto di Ancona (260 km) e salpare attraverso un catamarano verso Zara in Croazia.
Questi primi 2 giorni in Italia sono stati giorni caratterizzati da un fastidioso caldo all’aria aperta e quindi impossibilitato a percorrere tragitti lunghi, anche se la bici a pedalata assistita aiuta durante percorso, sostenere una trazione muscolare non è sempre conveniente in queste condizioni specialmente quando si devono percorrere circa 120 km al giorno e soprattutto quando in alcuni momenti è necessario limitare l’uso della batteria.
Per questo ho deciso di iniziare usare anche i mezzi pubblici, soprattutto il treno, proprio da questa scelta ho apprezzato l’agilità di usare la #Flebi #Supra durante i trasbordi con i treni che ho effettuato in questi primi giorni.
Adesso che sto lasciando l’Italia e la certezza di stare in patria, credo che mi attendono molti disagi dovuti dalla lingua, dal non conoscere le strade, dovermi adeguare alla mentalità di popoli sconosciuti.
Ma questa è la bellezza di questo viaggio quella di avventurarsi verso altre popolazioni con stili di vita diversi da quello a cui io sono abituato e arricchirmi.
Questa iniziale distanza mentale in realtà deve essere superata con un ottimismo che nasce dal credere che siamo tutti uguali e non c’è distinzione tra uomo e uomo.
Quello che mi piace di questo viaggio è quello di non conoscere le tradizioni di questi paesi che andrò a conoscere come la Croazia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Polonia e la Lituania infatti ho sempre viaggiato in paesi più a ovest molto noti a noi Italiani. Ma questi luoghi mi sono totalmente sconosciuti e questo mi dà dentro un’emozione incredibile.
Il fatto poi di viaggiare con una bici pieghevole e senza la sicurezza di avere un automobile o una moto che sicuramente danno una possibilità maggiore di recuperare tempo, la bici comporta e costringe a una sorta di meditazione del tempo e soprattutto un apprezzamento dello spazio che si percorre lungo il percorso tracciato da Google Maps, sempre che la batteria del telefono sia carica è che ci sia connessione con il telefono!
Ecco un altro modo per lasciare le proprie sicurezze e affrontare questo viaggio nel modo più naturale possibile quello di confidare nell’aiuto degli altri e perché no dell’aiuto di Dio.